ISOLAMENTO IN MONTAGNA – GIORNO CINQUE
Soprattutto la mattina, quando tutti escono e in casa cessa qualunque presenza umana, quando rimango a stretto contatto solo con animali selvatici addomesticati, per lo più gatti (ma non si esclude che ci sia qualche topo e un piccolo cerbiatto poco sopra casa nel bosco), quando aprendo la finestra sento lo scrosciare del ruscello che correndo a rivoletti tra i sassi si conquista il torrente per finire nel fiume, io mi sento ottimista e confortata. In queste giornate epidemiche di massa, in giorni di panico psicotico, come in tutti i fenomeni che interrompono la miseria del nostro quotidiano, c’è qualcosa che ci fa essere incontenibilmente felici. Non dovremmo, c’è gente che soffre, certo, ma il fenomeno felicità inappropriata, seppur indicibile, è innegabile per qualcuno. Il motivo ha a che fare con l’idea che quando vivi un’epoca di depressione sociale, qualunque cambiamento potrebbe nascondere una riscoperta della possibilità di virare la direzione della nostra vita verso un senso più concreto. Ma non dici che speri che duri ancora un po’, non lo dici per non essere considerata superficiale, avvantaggiata, privilegiata, insultante. E, di certo, in questo momento io lo sono. Da quando il Vaticano è stato infettato e non ci si può più scambiare un segno di pace, è deliberatamente guerra, tutti contro tutti. Il gatto nuovo contro quelli vecchi, il figlio contro il padre, un bambino disperato e inconsolabile perché gli comunicano oggi che ha toppato una porta nell’ultimo slalom durante la scorsa gara. Io mi affretto a trovare la stessa coppa vinta dagli altri in qualche shop online. Mia madre sbuffa contro mio padre e tutti contro di me. Non possiamo toccarci, è un presidio medico, una precauzione, è meglio prendere le cose seriamente! Per rilassarmi ascolto i podcast di Burioni, che in confronto al clima che si scatena in casa in certi momenti, mi appare gradevole, cordiale e lievemente più garbato. Accendo il tg su Rai News e riesco a ritirarmi in una stanzetta e mi ci chiudo a chiave. Ho con me una stufa elettrica a olio del 2001. Cerco la famosa ispirazione per scrivere il mio romanzo: qual è il vantaggio di non essere dominati dalla vista? Che cosa cambia nella nostra personalità? A questo punto, dopo cinque minuti di riflessione, mi bussano alla porta a vetri della stanza. Non c’è corrente per far andare l’acqua degli scaldabagni, ne so qualcosa? Assolutamente no, urlo abbracciando la stufa a olio, comprata a basso costo a Udine: consuma 3500w, praticamente tutta la corrente della casa. Quando se ne accorgeranno, avranno già fatto una bella doccia gelata, e qui per gelata parliamo proprio della famosa acqua di scioglimento del ghiacciaio sopra di noi che viene incanalata nel nostro sistema idrico. L’acqua fredda fa bene, riattiva la microcircolazione e lascia tutti sotto shock per un’oretta e mezza. Io, intanto, trovo la spedizione rapida per la coppa da sciatore che voglio dare al figlio, a cui non hanno nemmeno dato la medaglia di consolazione. No allo slalom e giù dritto. Per questo suo temperamento nettamente anarchico che amo smodatamente, voglio premiarlo con una coppa trionfale. All’urlo “libertaaaaaà” gli porgerò la coppa Bakunin.
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
BLOG Di una scrittrice nottambulaOSPITIpagine del blog
ISOLAMENTO IN MONTAGNA
Giorno uno Giorno due Giorno tre Giorno quattro Giorno cinque Giorno sei Giorno sette Giorno otto Giorno nove Giorno dieci Giorno undici Giorno dodici Giorno tredici Giorno quattordici Giorno quindici Giorno sedici Giorno diciassette Giorno diciotto Giorno diciannove Giorno venti Giorno ventuno Giorno ventidue Archivi
March 2021
|