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isolamento in montagna 11

3/30/2020

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ISOLAMENTO IN MONTAGNA – GIORNO UNDICI 
Oggi decidiamo di prendere cinque metri di distanza dalla casa in cui siamo stipati assieme a una comunità di felini anziani e di umani anziani. Entrambe le razze ci mettono violentemente a disagio. Padre e madre sono instancabili, trovano ogni genere di passatempo pericoloso, come, nell’ordine: rinforzare l’armadietto del bagno posizionando orizzontalmente un’asse di legno affettata con la sega elettrica circolare, vagare con il trapano rintronante per fare buchi in una parete dietro la quale si nascondono cavi elettrici di cui non abbiamo più la mappatura esatta, arrampicarsi per fare il cambio delle lenzuola in bilico su vecchie sedie di metà del Novecento e altre scomodissime occupazioni.  I gatti, al contrario, permangono in stallo nella stessa posizione per lunghe ore, osservandoci in modo polemico. Ci scrutano immobili per ore. È inquietante. Dato che c’è il sole, faremo il pranzo nell’erba. Mentre mi entusiasmo all’ebbrezza dell’avventura, mio marito risponde a una chiamata di lavoro e restiamo tutti fermi per un turno. 
Ricominciamo un’ora dopo, quando il marito esce gloriosamente dall’ufficio (il bagno) a call terminata, gli occhi luccicanti, tirando lo sciacquone. Oggi, dicevo, abbiamo un programma, finalmente: faremo un bel pic-nic raggiungendo magari la solitaria area pic-nic del bosco. Guardiamo i decreti, non è vietato.
Constatiamo con disappunto che ormai, si è fatta l’ora in cui la mattina è già finita, la passeggiata richiederebbe due ore e il figlio ha fame. Beh, andiamo alla panchina a metà sentiero, dico io, a mangiarci almeno un panino. Tre panini! Irrompe mio figlio. Tre panini, accondiscendo. Scendiamo in cucina solo per constatare che mia madre ha congelato il pane. Tutto il pane. Congelato. Abbiamo due alternative e le decisioni vanno prese in fretta: il pane possiamo scongelarlo oppure farlo. Con un calcolo rapido e sagace realizzo che il pic-nic è comunque fregato, ma non mi arrendo perché mi sono intestardita in modo irrazionale, c’è un residuo genetico calabrese nel mio DNA e credo che abbia preso il controllo della sala macchine. Quando mi intestardivo mia nonna diceva che era per via degli antenati calabresi e così mi sono convinta, comunque, idea! Pancarré! Lo nomino con un ghigno e le vene del collo rigonfie, “Pancarré!”, carica di orgoglio fiorito senza una ragione precisa, come se da quella mia scelta dipendesse l’esito della nostra improbabile sanità mentale residua.
Preparato un pranzo che neanche un autotrasportatore (senza offesa per la categoria) si mangerebbe all’Autogrill, con mortadella buttata in due fette di schifido pane in cassetta che sa di cloro, raggiungo, con aria festosa esagerata, il marito e il figlio che nel frattempo sono stufi di aspettarmi, detestano i miei ormoni scombussolati e non hanno più voglia di stare con me. Con il malumore per mano, armati di bastoni da trekking, facciamo la famigliola in vacanza raggiungendo l’estremo limite del giardino. Una fotografia tragica che riassume in un’unica cornice tutta la disperazione che sta vivendo l’Europa in questo preciso momento.
Arrivati faticosamente al prato, quasi a due, tre minuti di cammino dalla porta di casa, ci siamo abilmente seduti a mangiare nel letame steso di fresco, sotto lo sguardo orripilato dei contadini del luogo che nel campo accanto stavano concimando l’erba come da usanza di stagione. Un cane ha scavalcato il recinto ed è venuto più volte a leccarci con la sua gioia scodinzolante. 
“Voglio un cane”, annuncia mio figlio. 
Sipario. 

1 Commento
Riccardo Rossetti
3/30/2020 11:34:08 am

Stralci di quarantena meneghina


I milanesi si stanno impegnando.

Salvo rare eccezioni, hanno accettato le nuove norme per poter superare al più presto questa situazione critica: escono di casa con mascherina e guanti in lattice, si dispongono diligentemente in fila mentre attendono, a distanza di sicurezza, di entrare al supermercato e si limitano al giro dell’isolato per portare a passeggio il proprio cane. Sono meritevoli di ammirazione e comprensione in un contesto difficile e faticoso.

https://www.linkedin.com/pulse/molti-controlli-ai-milanesi-ma-nessuna-protezione-da-parte-rossetti/?trackingId=p0zL54L2Zi7AqM%2FolXcgLQ%3D%3D

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