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DIRITTI E ROVESCI... DRITTO E ROVESCIO

11/15/2019

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              Donne diritti e rovesci
            – Tennis dritti e rovesci – 


La protagonista della storia “L'imprevedibile movimento dei sogni” è una tennista, Isabella, che si trova improvvisamente a terra. Tutte le sue aspettative infrante, i suoi sogni ribaltati, rimessi in discussione, la sua vita da ripensare.
Visto il titolo dell'evento, appunto “donne diritti e rovesci”, ed essendo il tennis uno dei temi centrali del romanzo, sono andata con la mente ad allacciare questi concetti, apparentemente legati solo da un'assonanza di parole. Facendolo si è creato in me un cortocircuito: ho iniziato a cercare indizi e conferme alla mia intuizione. Ho quindi intervistato un tennista e con lui ho lasciato scorrere nessi e analogie. Metafore e azzardi teorici. 
I diritti delle donne dovrebbero essere intuitivi, sono lì, alla luce del sole; perché non sia così facile vederli è questione di secoli di cultura, ma dentro di noi li possediamo, dobbiamo metterli in evidenza, anche se in realtà, sono già certi, come il dritto nel tennis. 
Tutto è lì, predisposto perché si possa rispondere ai colpi della vita senza troppi stratagemmi: di pura potenza, con lo slice dall'alto verso il basso, di piatto, con un topspin dal basso verso l'alto o una improvvisa smorzata. Senza entrare nello specifico possiamo dedurre soltanto che tutto ciò che riguarda il dritto è gestito in libertà: è un messaggio diretto per il corpo e la mente, per le connessioni neuronali. L'intervistato mi diceva che apprendere il dritto è un fatto immediato anche per i bambini; è invece sul rovescio che si lavora maggiormente con la tecnica e lo studio, in quanto rappresenta un passaggio più delicato e meditato che, pertanto, richiede una maggiore opera di mediazione da parte del maestro. Spesso ai bambini viene insegnato a rispondere con il rovescio a due mani agli improvvisi rovesci del campo. Questa scelta viene fatta per compensare alla scarsa forza che hanno da piccoli: per far fronte alla propria debolezza si appoggiano alla mano sinistra. Certo, sono meno liberi nel loro raggio di azione: non si può con due mani fare un back, è difficile raggiungere una palla da tennis troppo lontana e così via. Con il tempo, l’esperienza, l'acquisita sicurezza, si dovrebbe cercare di slegarsi, rompere i propri schemi e spingersi verso il rovescio a una mano sola, così da essere autonomi, fantasiosi, creativi, avere più strumenti per sorprendere l’avversario.
Il rovescio è, per me, nella sua essenza, controintuitivo.
Andando avanti a connettere i pensieri l'uno all'altro, mi viene da dire che anche per noi donne è più complesso trovare la risposta all'avversità durante un rovescio umorale, sentimentale, economico, esistenziale, sociale e quant'altro: è materia delicata, richiede molta preparazione, capacità di agire profondamente nella realtà, trovare la via d'uscita attraverso l'impegno maturato con l'esperienza e lo studio. Dobbiamo impegnarci doppiamente per conoscere a fondo i nostri punti deboli e le nostre abilità. La strategia può permetterci di trovare la via d'uscita a un rovescio della vita. Noi donne ci dobbiamo strutturare fin da piccole e allenarci a fondo, avere buone maestre, coltivare delle sincere amicizie, portare avanti non solo la difesa dei nostri più elementari diritti, ma anche attrezzarci filosoficamente per rispondere alle avversità: applicarci il più possibile per non farci trovare troppo sguarnite. A volte non abbiamo pensato a come difenderci e guardiamo fuori da noi o implodiamo in noi stesse, nella solitudine di una colpa che ci autoinfliggiamo. Laddove siamo travolte dalla debolezza non è vergogna affidarsi a un'altra mano ed è come nel rovescio del tennis: due mani sono più forti! Costituiscono un'alleanza, un primo passo che ci permette di rafforzare la tecnica, di muoverci in un futuro di autonomia che rimandi la nostra influenza, la nostra creatività, la nostra capacità deduttiva a tutto quel mondo che ci circonda e che non può che arricchirsi grazie alla nostra affermazione su di esso.
È per questo che, tornando al romanzo, Isabella trova la risposta alla caduta verticale sul campo, nell’amicizia.

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